Il latte
In tutto il mondo gli esseri umani consumano latte animale (mucche, capre, pecore, bufali indiani, cammelli), sia sotto forma liquida (latte puro) che sotto forma di prodotti caseari (burro, formaggi, panna).
Dal punto di vista nutrizionale il latte rappresenta una fonte di nutrienti essenziali necessari per la crescita ossea, importante quindi da assumere durante la crescita e per questo costituisce la base della maggior parte delle tipologie di latte artificiale.
Anche se i paesi occidentali consumano quasi esclusivamente latte vaccino, l’allergia potrebbe manifestarsi anche con il latte di qualsiasi altra specie indicata.
L’eliminazione del latte di origine animale dalla dieta dei bambini, senza le adeguate sostituzioni, può portare a carenze nutrizionali e malnutrizione. Ecco perché una diagnosi e una cura (dieta) adeguata sono da riservare ad un esperto allergologo.
Differenza tra “senza lattosio” e “senza proteine del latte”
Senza lattosio non vuol dire senza proteine del latte (salvo specifica indicazione)!
Non mi stancherò mai di sottolinearlo perchè è una distinzione fondamentale per i soggetti affetti da allergia al latte e derivati. Di conseguenza, alcuni alimenti possono essere senza lattosio ma non senza proteine del latte.
Lattosio e Proteine del latte
LATTOSIO E PROTEINE DEL LATTE NON SONO LA STESSA COSA!
Una distinzione non da poco per chi è allergico al latte e suoi derivati, infatti
- il lattosio è un tipo di zucchero (come il fruttosio o il saccarosio): quando l’organismo non riesce a digerire il lattosio, si parla di intolleranza,
- le proteine del latte sono molte e varie, ma la principale è la caseina (che costituisce l’80% del totale). Per la caseina, si parla di allergia. In caso di allergia alimentare, si parla di un funzionamento anomalo del sistema immunitario
Di conseguenza, chi è intollerante al lattosio può consumare prodotti con caseina (con attenzione), ma mai il contrario! Chi è allergico alla caseina deve sempre evitare cibi contenenti lattosio, poiché anche se all’alimento viene tolto il lattosio, la caseina resta.
Non è possibile eliminare la caseina in un alimento a base di latte vaccino! L’unica soluzione è sostituire l’alimento con una variante a base vegetale. Fa eccezione il Parmigiano Reggiano stagionato oltre 30 mesi.
Come Affrontare l’Allergia alle Proteine del Latte?
Una volta diagnosticata l’allergia alle proteine del latte, il trattamento principale è l’eliminazione totale delle proteine del latte dalla dieta del bambino. Questo significa che tutti i latticini devono essere evitati, ma ci sono anche altre accortezze da seguire per garantire la salute del piccolo.
- Evitare il Latte e i derivati del latte: l’eliminazione di tutti i latticini è fondamentale per evitare reazioni allergiche. È necessario escludere non solo il latte vaccino, ma anche tutti i suoi derivati, come:
Formaggi
Yogurt
Burro
Gelato
Panna
Inoltre, il latte vaccino non deve essere usato come ingrediente in cibi trasformati o confezionati. Molti alimenti confezionati (come biscotti, dolci, salse o piatti pronti) possono contenere tracce di latte sotto forma di caseina o siero di latte, quindi è sempre essenziale leggere attentamente le etichette.
- Utilizzare Sostituti del Latte: esistono oggi numerose alternative al latte e ai latticini che possono essere utilizzate senza compromettere la nutrizione del bambino:
Latte vegetale: ad esempio, latte di soia, avena, mandorla, cocco, riso o quinoa, che sono ottimi sostituti del latte vaccino.
Formaggi vegani: realizzati con ingredienti come anacardi, tofu o mandorle, possono essere usati per creare piatti gustosi e senza proteine del latte.
Yogurt non caseari: yogurt a base di latte di cocco, soia o avena.
Anche se questi sostituti sono ottimi, è importante scegliere quelli fortificati con calcio e vitamina D per garantire che, soprattutto nel caso di il bambini, ricevano i nutrienti essenziali.
- Attenzione ai prodotti processati : molti cibi confezionati o trasformati contengono ingredienti che potrebbero sembrare innocui, ma in realtà contengono tracce di latte. Per esempio, il latte in polvere o la caseina possono essere usati come emulsionanti in alcuni prodotti alimentari, come salse, condimenti o dolci. La lettura accurata delle etichette è quindi fondamentale per evitare contaminazioni.
Allergia al latte: gli alimenti NO
Ricordiamo bene: non è possibile eliminare la caseina in un alimento a base di latte vaccino. L’unico modo è sostituire l’alimento con una variante a base vegetale. Per cui, se si è allergici alla caseina, non è possibile scegliere il latte senza lattosio, ma optare per una bevanda vegetale a base di soia, riso, cocco, avena, frutta a guscio…
Come accennato sopra, l’allergia alla caseina non si limita all’eliminazione del solo latte, ma ha una lista di alimenti da escludere molto ampia, dalla carne ai prodotti da forno.
È infatti da controllare bene l’assenza di proteine del latte o del latte in polvere nella produzione di alcuni insaccati quali salsicce, salami, mortadella ma anche del prosciutto cotto.
Sono eliminate dalla dieta la carne di mucca, vitello, vitellone, manzo: avendo in comune con il latte la sieroalbumina, molti allergologi preferiscono eliminare la carne vaccina al di sotto dei due anni.
Si ha invece il via libero alla carne fresca di agnello, cavallo, pollo, tacchino, piccione, suino etc.
Un’attenzione particolare va posta anche sui prodotti da forno quali biscottame, torte e alcuni tipi di pane (come ovviamente i panini al latte ma neanche pane alle patate, grissini e molti altri).
Se si acquistano pizze confezionate e surgelate, così come i preparati impanati pronti da cuocere, è necessario leggere bene le etichette perché normalmente sono prodotti che contengono latte. Stessa cosa per alimenti con pastella.
Sono esclusi dalla dieta “senza latte” anche alcuni tipi di pasta (confezionata) come tortellini, ravioli, cannelloni, lasagne e tutti gli altri formati che prevedono un ripieno (anche se di carne).
Altri alimenti da evitare sono gli aromi artificiali del burro, grassi del burro, siero (proteine, concentrato, demineralizzato, delattosato), caramello (anche colorante e aroma) alcuni sciroppi ricostituenti.
In pratica, andrebbero evitati tutti i cibi confezionati (che utilizzano latte in polvere o proteine del latte come additivi, insaporitori e conservante) e, soprattutto, è importantissimo saper leggere bene l’etichetta degli ingredienti onde evitare di assumere per sbaglio l’allergene.
Sulle etichette alimentari infatti, vengono utilizzati numerosi termini per indicare la presenza di latte e delle diverse relative proteine. Alcuni ad esempio comprendono latte acidophilus, latticello, latte condensato, latte disidratato, latte evaporato, latte senza lattosio, latte di malto, derivati del latte, solidi del latte, latte scremato, latte pastorizzato, latte magro, latte acido. Insomma, tanti nomi che potrebbero portare in confusione l’acquirente.
La soluzione migliore rimane, come sempre (e fin dove possibile), prepararsi a casa la maggior parte degli alimenti, soprattutto per quanto riguarda dolci, leggendo accuratamente la composizione di ogni acquisto.
Le eccezioni
Abbiamo detto che la caseina è la principale fonte proteica del latte, presente sia nel latte di mucca, sia in quello di capra o di pecora.
Alcuni studi riguardanti la struttura delle caseine (proteine del latte) hanno evidenziato che ci sono delle differenze tra le caseine vaccine e quelle caprine, e sembrerebbe che quest’ultime non inducano fenomeni infiammatori come quelle vaccine.
Ciò nonostante, l’introduzione nella dieta del latte di capra deve essere sempre valutata dallo specialista allergologo.
Infatti, alcune persone allergiche al latte vaccino possono manifestare sintomi anche mangiando altri alimenti apparentemente non correlati (nel mio caso, nella dieta di mio figlio era da evitare assolutamente il consumo di carne di pollo con la mela durante lo stesso pasto).
Questo fenomeno è conosciuto come “cross-reattività” e si verifica quando il sistema immunitario identifica in sostanze diverse le proteine o le loro componenti come strutturalmente simili o biologicamente correlate.
Tra i casi più comuni di cross-reattività c’è proprio il latte di altri mammiferi (capra e pecora), la carne di manzo (cruda soprattutto) e l’accoppiata pollo-mela (nello stesso pasto).
In molte diete però, si trova il consumo di Parmigiano Reggiano purché con stagionatura oltre i 30 mesi e in quantità moderata.
Parmigiano Reggiano
Alcuni studi medici recenti hanno dimostrato che i soggetti allergici alla caseina sono asintomatici all’assunzione di Parmigiano Reggiano, purché sia a lunga stagionatura.
Questo grazie alla “proteolisi”, un fenomeno naturale in base al quale gli enzimi proteolitici presenti nel latte e nel siero innesto “predigeriscono” la caseina. La proteina viene trasformata più volte, fino a ridursi in aminoacidi liberi, più facili da assorbire per il nostro organismo.
Quindi, più la stagionatura del Parmigiano è lunga e meno sono i rischi che corre chi è allergico alle proteine del latte. Gli specialisti consigliano dunque di consumare un Parmigiano Reggiano stravecchio, stagionato 30 mesi o più. (Fonte: Magnaparma).
Anche in questo caso però, sarà sempre l’esperto allergologo che dovrà introdurre e indicare la quantità (e modalità) del consumo di Parmigiano Reggiano nella dieta del soggetto allergico.
Pertanto, le suddette informazioni NON sono da intendere come sostitute al parere di alcun medico o professionista della salute.
Prima di iniziare qualsiasi dieta alimentare, è INDISPENSABILE rivolgersi al proprio medico di fiducia e/o specialista allergologo.
L’allergia al latte e ai suoi derivati è un argomento molto vasto; troverete ulteriori approfondimenti nei miei prossimi articoli.
Articolo completo scritto per AIFB-Associazione Italiana Food Blogger a questo link.
L’errata regola de “un assaggio non fa male!”
Capita spesso di imbattersi in frasi tipo “Solo un assaggio che cosa vuoi che sia!” oppure “Ma ce n’è così poco…” o, ancora, “Ma per una volta che succederà mai!”. Tutte frasi che ci portano a capire quanta disinformazione ci sia su questo argomento. Nulla è più errato delle suddette affermazioni!
Non è vero che “un assaggio non fa male” anzi: le conseguenze potrebbero essere molte e anche molto pericolose, soprattutto se si tiene in considerazione che la conseguenza dall’ingestione dell’alimento allergene non avviene quasi mai nell’immediato (salvo casi di grave forma di allergia che può provocare anche lo shock anafilattico) ma può manifestarsi a distanza di ore o giorni.
Spesso il lattosio viene aggiunto come addensante e per insaporire molti prodotti insospettabili, come i salumi, alcune zuppe, salse o prodotti da forno.
Le proteine del latte poi si trovano non soltanto nel latte e nei latticini (come è naturale che sia), ma in molte altre forme di proteine in polvere aggiunte a tanti alimenti insospettabili.
Esse infatti vengono aggiunte come additivo in molte minestre, sughi pronti, bibite, barrette energetiche, carni processate, salse dolci e salate.
Per questo motivo è sempre importante leggere le etichette dei prodotti che si acquistano, anche e soprattutto in caso di allergia alla caseina!
Disclaimer
Ricordo che la scelta e la prescrizione di una giusta terapia, come una terapia dimagrante o una dieta anallergica, spettano esclusivamente al medico curante e/o ad un medico specialista, che sono gli unici in grado di valutare anche eventuali rischi collaterali (quali intossicazioni, intolleranze, allergie alimentari). Tutte le notizie, preparazioni, ricette e suggerimenti contenuti in questi miei articoli hanno carattere puramente informativo, non avendo io le qualifiche per fare delle valutazioni personali e/o individuali. Tutte le informazioni condivise in questi miei articoli relativi a determinate esigenze alimentari, sono frutto di uno studio personale effettuato per esigenze personali e/o semplice approfondimento personale sull’argomento stesso.
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