La ricetta originale di montagna
La minestra di castagne e riso è un piatto antico delle zone montane, nato come comfort food per le giornate fredde. Nella versione tradizionale si prepara con castagne fresche, latte vaccino, riso e una generosa mantecatura con burro alpino. Il risultato è una crema avvolgente, vellutata, dal gusto pieno e nutriente.
Una ricetta per la Rubrica “Al Km 0”
Questa minestra di castagne e riso l’ho pensata e voluta proprio per l’uscita odierna della Rubrica Al Km 0, che dedica il menù a “I piatti d’autunno”. Pochi ingredienti genuini, dal sapore autentico e legati alla stagionalità, raccontano al meglio l’essenza della cucina del territorio e portano in tavola tutto il calore e il profumo dei boschi autunnali.


Come preparare le castagne per la minestra
Per cucinare la minestra si possono utilizzare sia castagne fresche che castagne secche:
- con le castagne fresche: occorre sbollentarle e spellarle completamente;
- con le castagne secche già spellate: basta un ammollo in acqua per una notte e sono pronte per la cottura.
Questo passaggio è fondamentale per ottenere una consistenza morbida e cremosa.
Le difficoltà di una versione senza latte
Chi segue un’alimentazione senza proteine del latte deve rinunciare al latte vaccino e al burro, due ingredienti che caratterizzano la ricetta originale. Per questo ho sperimentato diverse soluzioni per avvicinarmi il più possibile al gusto autentico, senza compromettere la cremosità della minestra.
Le varianti vegetali della minestra di castagne e riso
- Con latte di soia non zuccherato: È la versione più semplice e veloce. Il latte di soia ha un gusto delicato e neutro, perfetto per chi lo consuma abitualmente.
- Con brodo vegetale: La soluzione ideale per chi non gradisce il sapore della soia. Il brodo vegetale rende la minestra leggera ma sempre equilibrata nel gusto.
- Con brodo vegetale e latte di cocco: Un’alternativa particolare e più esotica. Il latte di cocco non dolce dona una nota aromatica intensa e avvolgente. Consigliata a chi ama il cocco e lo utilizza spesso anche in ricette salate.
- Con latte vegetale di castagna: Forse la variante più interessante: il latte di castagna (senza zuccheri aggiunti) esalta ancora di più il sapore naturale delle castagne, rendendo la minestra uniforme e armoniosa.
Come ottenere la cremosità perfetta
Per ricreare la consistenza vellutata della ricetta tradizionale, è utile frullare una parte delle castagne cotte e reinserirle nella minestra. In questo modo si ottiene una base densa e cremosa, simile alla mantecatura con il latte vaccino e il burro.
Burro o margarina?
Il burro alpino regala profumi e sfumature uniche difficili da riprodurre. La margarina vegetale può sostituirlo, ma aggiunge solo un sentore grasso senza particolari note aromatiche. Per questo, spesso, preferisco omettere del tutto la parte grassa nelle versioni vegetali.


Nota pratica: uso di castagne fresche
- Spellatura: incidere, sbollentare 2–3 minuti, raffreddare e pelare completamente (guscio + pellicina interna), quindi proseguire come da ricetta scelta usando il liquido previsto.
- Ammollo: non effettuare ammollo (valido solo per le secche); prevedere solo la sbollentatura per spellare, come hai già indicato.
- Dosi: mantenere il rapporto liquidi/riso indicato nelle varianti; aggiustare il tempo di cottura delle castagne finché risultare morbide prima di unire il riso.
Consigli finali
- Cremosità “effetto malga”: frullare sempre una quota di castagne cotte come da nota.
- Grassi di finitura: se evitare la margarina, preferire un filo di olio EVO delicato; in alternativa, omettere la mantecatura (la vellutatezza arriva dal frullato di castagne).
- Etichette: verificare che latte vegetale e margarina riportare “senza proteine del latte / senza latte”.
Dalla ricetta originale alle varianti vegetali
Di seguito riporto le diverse versioni della minestra di castagne e riso che ho sperimentato: ognuna ha caratteristiche particolari e merita di essere provata, così potrete scegliere la vostra preferita.
Si parte dalla ricetta originale, quella gustata in montagna con latte vaccino e burro alpino: un piatto autentico, da replicare solo se non si hanno allergie alle proteine del latte o intolleranza al lattosio.
A seguire troverete le varianti vegetali, tutte prive di latticini, con diverse basi liquide e finiture. Nella scheda ricetta vi propongo anche la mia preferita: la versione con latte vegetale di castagne, che secondo me esalta al massimo il gusto del frutto protagonista.

In questo schema trovi dosaggi e procedimento standard per tutte le varianti della minestra di castagne e riso, dall’originale alle rivisitazioni vegetali che ho sperimentato per delle minestre prive di proteine del latte:
- Variante con latte di soia (non zuccherato): soluzione semplice e veloce, dal gusto delicato. Consigliata a chi beve abitualmente latte di soia.
- Variante con brodo vegetale: la più neutra e leggera, ideale per chi non ama il sapore della soia.
- Variante con brodo vegetale + latte di cocco: con un tocco esotico e avvolgente, perfetta per chi ama il cocco anche in ricette salate.
- Variante con latte di castagne: per esaltare il gusto delle castagne.
- In tutte le varianti è possibile frullare una parte delle castagne cotte per ottenere una consistenza più cremosa, simile alla ricetta originale con latte vaccino e burro alpino.
Nota tecnica comune per tutte le varianti: per riavere la cremosità dell’originale, prelevare 1/3 delle castagne già cotte nel liquido, frullare con un mestolo di liquido di cottura, reincorporare e mescolare.


Conclusione: quale versione scegliere?
La minestra di castagne e riso senza latte può essere declinata in vari modi, a seconda delle esigenze e dei gusti personali. Se amate i sapori delicati scegliete la versione con soia, se cercate la tradizione senza latte optate per il brodo vegetale, mentre chi vuole esaltare al massimo le castagne troverà nel latte vegetale di castagna la scelta migliore.



Le castagne: frutti d’autunno ricchi di energia
Le castagne sono i veri simboli dell’autunno: la loro stagione va da fine settembre a novembre, periodo in cui i frutti maturi cadono spontaneamente dal riccio. Ricche di carboidrati complessi e sali minerali come potassio e magnesio, forniscono energia a lento rilascio e sono utili per affrontare i primi freddi. Sono naturalmente prive di glutine e possono essere consumate fresche, secche o ridotte in farina per dolci e pani rustici. In cucina trovano spazio in ricette sia dolci che salate: dalle zuppe alle creme, dalle torte tradizionali alle semplici caldarroste.




Scopiamo insieme le altre proposte del menù “I PIATTI D’AUTUNNO” della Rubrica AL KM 0:
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Ciao Sabri, mia nonna preparava questa minestra, ma quando ero piccola non la mangiavo volentieri. Poi i gusti cambiano e adesso mi piace molto! Il tuo post insegna un bel po’ di cose, grazie e a presto 🙂
Sono aperta a tutte le varianti, le assaggerei veramente tutte, delle tue intendo, perché sei una cuoca Sopraffina. Infatti, basta vedere le immagini.
Ma la margarina proprio… No. Mai.
Sono sincera, preferisco la versione
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