Pane dolce della ciociaria
La Pigna di Pasqua è un dolce tradizionale del periodo pasquale, molto diffuso nel centro e sud Italia.
Si tratta di un lievitato dolce glassato, servito per la colazione pasquale da accompagnare con salumi e formaggi, ma ottima anche per merenda sana e gustosa.
Di questo “pane dolce” pasquale ne esistono diverse versioni, alcune dalla forma a ciambella, altre simili a dei panettoni.
Quella che vi propongo oggi, è la Pigna di Pasqua tradizionale del basso Lazio (ciociaria-Frosinone), che ricorda nella forna il panettone ma dall’impasto più aromatizzato.
Come ogni ricetta della tradizione, anche la Pigna di Pasqua vanta di numerose varianti anche da famiglia a famiglia: in molte infatti non mancano canditi ed uvetta all’interno dell’impasto. Per la mia pigna ho omesso i canditi e mantenuto solo una parte minima di uvetta sultanina che, lavorandola a lungo insieme all’impasto, viene quasi “frullata” – sminuzzata così da arricchire il dolce nel sapore, ma senza trovare uvetta intera sotto i denti che potrebbe, ad alcuni, non piacere.
Le ricette tramandate dalle nonne di questo pane dolce prevedono l’utilizzo di strutto, sostituito nel tempo con il burro ed omesso in questa mia versione (utilizzando dell’olio di semi al suo posto) per rendere il dolce privo di proteine del latte e, dunque, ideale a coloro che sono allergici al latte e derivati del latte.
Sempre nelle ricette delle nonne si vuole l’utilizzo di pasta madre da me sostituita con il lievito di birra fresco, rendendo il livitato più facile da preparare anche per chi (come me) con la pasta madre non ha un buon rapporto o non ne ha a disposizione. Per chi volesse replicare la Pigna con la pasta madre, per la mia ricetta è necessario sostituire il lievito di birra con 150 gr di pasta madre.
Caratterizzata dal profumo pungente e al contempo dolce e piacevole dell’anice, la Pigna di Pasqua è molto soffice e si conserva per diversi giorni. Per questo motivo, veniva preparato in anticipo e conservato nei giorni per poterne poi godere nelle colazioni del periodo pasquale.
Altra caratteristica della Pigna di Pasqua che ricorre in tutte le varianti, è la copertura con la glassa bianca arricchita da zuccherini colorati.
Tradizionalmente, l’impasto veniva lavorato a lungo con la sola forza delle braccia e richiedeva una lenta lievitazione. Oggi invece, l’utilizzo di planetarie e/o impastatrici facilitano e velocizzano la preprazione, garantendo un risultato ottimale ma rispettando sempre i tempi di lievitazione piuttosto lunghi.
L’impasto della mia Pigna di Pasqua è molto morbido ma, man mano che si lavora, diviene più solido e compatto, meno appiccicoso e più maneggiabile.
Ed è la Pigna di Pasqua la mia proposta per il paniere odierno della Rubrica Il Granaio-Baking Time, che condivido con le amiche della rubrica e con tutti voi:
il profumo dolce e delicato della Pigna di Pasqua diventerà l’odore tipico della colazione di Pasqua. Da servire accompagnata con caffellatte o caffè caldo, uova e salame, sarà la colazione da condividere in famiglia o con chiunque giunge a farci visita ed augurarci una serena Pasqua.
Scopriamo insieme le altre proposte del paniere odierno:
- Simona: Panfrutto alla panna con arancia, zenzero e albicocche secche home made
- Teresa: Corona Pasquale
- Zeudi: Pagnotta di Pasqua romagnola
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Offro virtualmente una fetta della mia Pigna di Pasqua per salutare la nostra favolosa amica e collega di grembiule Zeudi – Cucino con poco che, per impegni personali, deve al momento salutarci ed oggi ha sfornato la sua ultima meravigliosa proposta per noi, ma spero presto di riaverla nel team.
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Questa pigna di Pasqua ha tutta l’aria d’essere deliziosa e accetto molto più che volentieri la fetta virtuale che me ne offri 🙂 Ti ringrazio per le tue parole e spero di ritrovare presto anch’io lo spirito per rientrare a impastare con voi! Auguro a te e tutta la tua famiglia una serena Pasqua.
Grazie mille Zeudi!
Spero ritrovi presto questo spirito: le “amiche di grembiule” sentiranno la tua mancanza!
Grazie mille per gli auguri, ricambio con tutto il ?
Dalle tue parti (e nella terra della tua famiglia di origine) ci sono dei lievitati meravigliosi che io non conosco, ma che vorrei veramente tanto imparare a fare e vorrei poterli degustare. Questa Pino di Pasqua è davvero gioiosa
Ti ringrazio davvero tanto Simo!
Si, devo dire che tra le origini di mio padre e quelle di mia madre, vanto di un’ampia scelta di tradizioni legate ai diversi momenti dell’anno. E forse più a Pasqua piuttosto che per il Natale , di lievitati tradizionali ne abbondano nel repertorio! Non ti nascondo che questa è tra le mie preferite anche se il primato resta al piccillalo lucano, lievitato dolce pasquale con il quale son cresciuta e al quale son legati tantissimi ricordi del mio passato.
La tua pigna di pasqua è davvero bella e soffice Sabrina! Anch’io ho un rapporto complicato con il lievito madre, stiamo cercando di trovare un dialogo ? complimenti e buona Pasqua
Ti ringrazio tantissimo Teresa! C’ho provato più di una volta a far nascere e curare il mio lievito madre, seguendo i consigli della bravissima Simona, ma richiede una pazienza e costanza che al momento sembra insufficiente per avere un buon risultato! Sono più da “ho voglia di farlo e lo faccio” e in questo il lievito di birra fresco è un alleato prezioso! Ricambio gli auguri di una serena Pasqua con tutto il cuore
Adoro le ricette della tradizione, bellissima la tua Pigna. Un abbraccio
Ti ringrazio tantissimo Cris. Un abbraccio grande